L’Analisi della Lasa Vegoia verterà su due campi d’interesse diversi:
- Vegoia dal punto di vista storico-archeologico
- Vegoia da un punto di vista archetipico ed esoterico
VEGOIA DAL PUNTI DI VISTA STORICO-ARCHEOLOGICO
INFORMAZIONI GENERALI: Servio, grammatico del VI secolo d.C., nel suo commento all’Eneide (VI, 72) parla di una Ninfa Etrusca di nome Vegoia, a cui è attribuita un’opera sull’Interpretazione dei Fulmini.
Vegoia è attestata nelle fonti iconografiche dove la ritroviamo in forma di essere soprannaturale femminile alato, con il nome Vecu e l’appellativo di Lasa.
Il nome Vegoia appare anche nel Corpus dei Gromatici, un trattato latino di metrologia del V secolo a.C., che cita i Libri Vegonici a proposito della dottrina della Limitazione, delle Opere idrauliche, della costruzione dei Ponti e dell’inamovibilità dei Cippi di confine. In questo Corpus è presente anche un famosissimo frammento di dottrina etrusca chiamato la Profezia di Vegoia, che la Lasa avrebbe dettato a Arruns Veltymnus, Arnth Veltimna in lingua etrusca. Secondo alcuni studiosi Arnth era un mitico Lucumone di Chiusi e se così fosse ci sarebbe un significativo parallelo tra il Mito di Tages che detta i Libri Tagetici a Tarconte, fondatore di Tarquinia e quello della Lasa Vegoia che detta ad Arnth i Libri Vegonici.
I LIBRI VEGOVICI: A Tages sono attribuiti i Libri Haruspicini, alla Lasa Vegoia sono attribuiti i Libri Fulgurales. A entrambi sono ascrvibili anche vari argomenti dei Libri Rituales, ma a Vegoia sono sicuramente riconosciute le pratiche che riguardano la delimitazione dei Confini.
- I Libri Fulgurali erano la summa della dottrina etrusca sui Fulmini, ma secondo alcuni autori antichi la Lasa Vecu condivideva questa dottrina con Tages. Per la precisione Arnobio (Nat. 2,69) sosteneva che nessuno prima di Tages aveva osservato fulmini o viscere sacrificali, mentre Ammiano Marcellino (17, 10, 2) parlava di Tagetinici libri Vegonici.
- I Libri Rituales erano manuali per rituali pubblici e privati, che trattavano argomenti diversi:
- I Libri che riguardavano l’organizzazione dei campi, delle città (un frammento è forse la famosa Profezia) e dell’esercito (questi ultimi erano chiamati Libri Exercituales).
- I Libri Fatales che riguardavano la suddivisione del Tempo, il Destino degli esseri umani, delle Città e della Nazione Etrusca secondo la dottrina dei Saecula, le regole per prolungarne la durata del Ciclo Vitale e i Portenta per riconoscerne la fine.
- I Libri che riguardavano le norme rituali per l’organizzazione dei campi, la fondazione delle città, la consacrazione degli altari e dei Templi, le norme giuridiche relative alle mura e alle porte, le attività civili relative alla guerra e alla pace, l’istituzione di Tribù, Curioe e Centurie, l’organizzazione dell’esercito (di questi ultimi Librisi sa che si chiamavano Exercituales).
- I Libri Acherontici sul mondo dell’Oltretomba e sulle prescrizioni magico-religiose e cerimoniali (sacrifici e preghiere) per il defunto. In questo libri era contenuta anche la Dottrina degli Di Animales, che prometteva ai defunti di divenire Dèi, attraverso particolari riti e cerimonie.
- Gli Ostentaria, ovvero Calendari in cui erano catalogati i Prodigi (Ostenta) da interpretare.
La Tradizione riporta che i Libri Vegovici furono copiati in latino e conservati, per ordine di Augusto nel Tempio di Apollo Palatino insieme ai Libri dei Marci e ai Libri Sibillini, con i quali furono accuminati e probabilmente bruciati nel 408 d.C. dal Generale Stilicone, in una Roma ormai Cristianizzata.
LA PROFEZIA DI VEGOIA: all’interno dei Gromatici Veteres (348-350 L) si trova la Profezia di Veogia, un frammento di poche righe, tramandato con il titolo IDEM VEGOIAE ARRUNTI VELTYMNO.
Il testo si apre con un accenno a un ordine comsogonico sul quale è fondata l’inamovibilità dei confini, la cui infrazione scatenerebbe le più terribili ire degli Dèi. Il riferimento alla fine dell’VIII Secolo Etrusco, dovrebbe corrispondere all’incirca all’88 a.C. , inserendosi nel contesto delle lotte agrarie e del loro intreccio con il bellum sociale, che forse può spiegare l’esortazione al recupero della Etrusca Disciplina, il richiamo alla Fede e al rispetto della Tradizione e all’esortazione a “non essere bilingui”:
Devi sapere che, dopo che il mare fu separato dalla terra, Giove rivendicò per sé la terra dell’Etruria, e stabilì e ordinò di misurare i terreni e delimitare i campi. Conoscendo l’avidità degli uomini e la loro brama di terre, volle che tutto fosse reso noto attraverso cippi di confine, che qualcuno di recentissima nobiltà un giorno, per l’avidità portata dalla fine dell’ottavo secolo, a suo vantaggio con dolo violerà e toccherà e sposterà. Ma chi toccherà e sposterà i confini, estendendo la sua proprietà e diminuendo quella di un altro, per questo sacrilegio sarà condannato dagli dei. Se lo faranno dei plebei, la loro sottomissione si muterà in una peggiore. Ma se avverrà con la complicità di un patrizio, la sua casa sarà sradicata molto presto e tutta la sua gens morirà. Gli agitatori inoltre saranno colpiti da malattie e da ferite terribili, e le loro membra non avranno più forza. Allora anche la terra sarà sconvolta da tempeste e da turbini di vento nella più completa rovina. I frutti saranno spesso danneggiati e cadranno giù per le piogge e la grandine, seccheranno per la siccità, saranno uccisi dalla ruggine. Molte le divisioni nel popolo. Sappiate che accadranno queste cose quando saranno commessi tali sacrilegi. Per questo non essere ipocrita né bilingue. Poni nel tuo cuore la tradizione etrusca. (Traduzione di Carlo d’Adamo).
LA PRATICA DELLA LIMITATIO: Vedi la Parte dell’Etrusca Disciplina (quando la ripubblicherò).
IL NOME: Etrusco Vecu, Vecui o Vecuvia, Latino Vegovia, Italiano Vegoia. Il nome ci è pervenuto anche nella forma Begoe.
ASPETTO di VEGOIA: fanciulla giovane e alata vestita con tunica e calzari.
SIMBOLI, OGGETTI, ATTRIBUTI: nello Specchio di bronzo Villa Giulia reca una spiga di grano in mano.
EPITETO: nessun epiteto conosciuto al momento.
DIVINITÁ ASSOCIATE: Ninfe, Profetesse come la Sybilla, Divinità Messaggere, Divinità dei Confini.
LE LASE: esseri femminili di aspetto giovanile, quasi sempre compaiono alate, ad ali aperte o chiuse. Vestite con una tunica o nude, ma sempre con ricchi calzari di foggia etrusca. Variamente acconciate, coperte da un copricapo o cinte da una benda o da un diadema.
Per lo più non recano niente in mano, ma vi sono molte rappresentazioni di Lase con un alabastrum in una mano (recipiente per unguenti e profumi) e il tipico tappo lungo a immersione per spargere le essenze nell’altra. Si trovano Lase con il discerniculum (una sorta di pettine), una collana, uno scettro, uno specchio, una spiga di grano. Ce anche una Lasa con un rotolo di carta in mano.
Secondo alcuni autori la Lasa sarebbe un’unica entità soprannaturale, consigliera dei mortali e messaggera degli Dèi, che compare con diversi epiteti: Achununa, Vecu, Thimrae, Recuneta, Sitmica. Questi nomi potrebbero designare funzioni diverse di uno stesso personaggio, ma per lo stesso motivo altri autori pensano che le Lase siano più di una, con compiti differenti. A questo proposito viene citato il Fegato di Piacenza sul quale è segnato il nome Lasl, che sembrerebbe confermare l’esistenza di una divinità chiamata Lasa nel Pantheon Etrusco, ma questo potrebbe anche semplicemente indicare una Categoria di esseri soprannaturali come le Ninfe e i Geni, visto che Servio, anche se in epoca tarda, definisce Vegoia una Ninfa.
Un ulteriore confusione deriva dal fatto che possediamo solo 13 rappresentazioni iconografiche con la didascalia Lasa, 12 specchi etruschi e un anello d’oro, ma abbiamo anche moltissime rappresentazioni di donne alate su specchi e vasi del IV secolo a.C, che appaiono anche a coppie, recanti vasi, anfore, lance, serpentelli, ricche vesti, ma senza epigrafi che ne specifichino la natura. D’altra parte esistono molti altri Personaggi soprannaturali, divini o divinizzati, anche maschili che hanno le Ali, ma non sono Lase, come i Dioscuri, l’indovino Chalchas, gli Amori, Semele, la Dea Vittoria, ecc. Quest’ultima la ritroviamo con gli stessi attributi delle Lase in uno specchio con il nome in parte cancellato M(*)an (che dovrebbe stare per Mean), mentre assiste alla nascita di Fufluns (Dioniso). Talvolta troviamo la Lasa nella cerchia delle ancelle di Turan o accanto a coppie di amanti, ma questo non si può considerare il suo ambiente specifico, perché la troviamo anche a dialogo con Athena, (e altre divinità, anche se in questi casi non ci sono i nomi e non siamo certi che siano Lase).
C’è poi una Lasa che presenta a Aiace e Anfiarao una pergamena con i loro nomi scritti sopra, come fa Vanth, Divinità alata dell’Oltretomba. Vi sono però due fondamentali differenze tra la Lasa e Vanth: la prima è che la Lasa è un essere legato agli Dei Celesti, mentre Vanth è legata a quelli Inferi; la seconda è che mentre la Lasa comunica ai Vivi che il loro nome è stato scritto nella Pergamena del Fato, Vanth presenta ai Morti il Catalogo delle loro Azioni da Vivi. Parleremo quindi di Vanth a parte.
LA LASA VECU DA UN PUNTO DI VISTA ARCHETIPICO ED ESOTERICO
NOTA: da questo punto ogni informazione rientra nel campo della rielaborazione personale, soggettiva, da un punto di vista esoterico che si ispira alle fonti originarie, ma non le rispecchia più storicamente.
SFERA di INFLUENZA DELLA LASA VECU: L’area di influenza della Lasa Vecu riguarda l’interpretazione della volontà degli Dèi Celesti attraverso i Fulmini e il rispetto dei Confini stabiliti da Tinia sulla Terra, sulla base di una legge di Corrispondenza tra il Cosmo Celeste e la Terra. La Lasa Vecu è quindi una figura archetipica la cui missione è simile a quella di Tages, in quanto insegna agli Esseri Umani come comprendere la Volontà divina, ma da quel poco che sappiamo la sua azione specifica riguarda la delimitazione e il rispetto degli spazi.
Vecu, in termini Psicologici ed Esoterici, ha a che fare con tutto ciò che riguarda i Confini. Mentre Culsans (Giano) protegge le Porte e il Passaggio tra i Mondi, la Lasa Vecu protegge e amministra tutto quanto riguarda la definizione degli Spazi Personali e la difesa e l’integrità dei Confini del nostro «templum interiore» nella loro interezza: la famosa Bolla Prossemica. Tutti, infatti, ci apriamo a nuove esperienze (amore, amicizia, fiducia, lavoro, interessi) ma è sempre bene tracciare un Limite inviolabile della nostra sfera psicofisica, imponendo regole che né noi, né gli altri, dobbiamo superare.
Strumenti Rituali della Lasa Vecu: La Lasa Vegoia condivide con Tages la conoscenza della Legge di Simpatia sulla quale è fondata tutta l’Etrusca Disciplina. A Vegoia è quindi sicuramente collegata la ritualità e l’oggettistica connessa al tracciamento e alla difesa del Cerchio Magico, ma le compete anche tutto ciò che ha a che fare con la Legge delle Corrispondenze e quindi con la Conoscenza Magico-Esoterica. Secondariamente, essendo come Tages una messaggera e interprete degli Dèi, può occuparsi della sfera della Divinazione e della Meditazione Introspettiva ma sempre ponendo come obiettivo la difesa della propria sfera personale.
Celebrazione Annuale: non esistono attualmente riferimenti a celebrazioni. Un buon periodo per celebrarla potrebbe essere la Primavera.
Colori di Vecu: in base ai suoi campi di interesse, l’Azzurro del Cielo e il Marrone della Terra. Entrambi i colori mescolati insieme.
Incenso e Pietre di Vecu: Tutti gli Incensi e le Pietre che riguardano la Purificazione e la Protezione, ai quali si possono aggiungere anche quelli che donano chiarezza di pensiero, stimolano la meditazione introspettiva e le facoltà extrasensoriali.
Musica per la MEDITAZIONE: musiche dinamiche per i lavori di delimitazione e protezione, musiche che rilassano e concentrano per i lavori di meditazione e studio.
Ognuno ha i suoi gusti e la sua sensibilità riguardo alla scelta delle sonorità più adatte.
P.S: Per entrare in armonia con gli Etruschi e il Mondo Antico si possono comunque usare anche Musiche create utilizzando gli antichi Strumenti Etruschi http://www.soundcenter.it/cdflauti.htm oppure dell’Antica Roma http://www.soundcenter.it/anticaroma.htm.
Corrispondenza Terrestre e Celeste: sulla faccia interna del Fegato di Piacenza, dentro una delle 8 caselle a destra della vescica fellea e al di sotto del lobus pyramidalis, in vicinanza di Fufluns (Dioniso), Tins (Tinia) e Lethn (sconosciuto) si trova un riferimento a una divinità chiamata Lasl.
Dato che alla Lasa Vecu si attribuiscono i Libri per interpretare i Fulmini e le norme per tracciare e rispettare i Confini Terrestri decisi da Tinia in base ai Territori Celesti, dovrebbe trovarsi nelle regioni abitate dalle Divinità Celesti, le Regiones Summae Felicitatis che iniziano all’Equinozio di Primavera (quando tutta la Natura si risveglia) e terminano al Solstizio d’Estate.
Nell’Orientamento Terrestre queste Regioni corrispondono alla Primavera e alla direzione Est-Sud. Nell’Orientamento Celeste corrispondono sempre alla Primavera, ma alla direzione Est-Nord.
Rappresentazioni devozionali simboliche, alternative a statue e immagini: un Cippo di Pietra. In Etruria c’erano Cippi di Confine collocati sul terreno per delimitare lo spazio tra due proprietà, Cippi funerari per segnare il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti e Cippi Kilometrici per calcolare le distanze (Nelle foto, Cippo tipo Stele, Cippo Fallico e Cippo detto “a Cipolla”).
by Arthea (Elena Frasca Odorizzi)
Fonti Storiche:
- Dizionario illustrato della civiltà Etrusca,a cura di Mauro Cristofani, Firenze, Giunti, 1985
- Etruschi, una nuova immagine, a cura di Mario Cristofani, Firenze, Giunti, 2000
- Etruschi, a cura di Davide Locatelli e fulvia rossi, Dizionari della Civiltà, Verona, Electa, 2009
Saggi: (alcuni non consultati ma citati da altri autori e quindi riportati per importanza)
- Carlo d’Adamo, Non essere bilingue. La profezia della ninfa Vegoia. http://www.carlo.dadamo.name/articoli/2_ninfa_vegoia.htm
- Antonia Rallo, Lasa: Iconografia ed Esegesi, Firenze, 1974
- Lizzi Testa, Le trasformazioni delle élites in età tardoantica.Atti del Convegno, Internazionale, Perugia, 15–16 marzo 2004
Reperti e Fonti Iconografiche:
- Specchio con Lasa Vecu e Mnerva, Museo di Villa Giulia
- Riproduzione grafica della parte superiore del Fegato di Piacenza
- Anello d’Oro di todi, con Lasa Vecuvia circa 300 a.C.
- Specchio con nascita di Dioniso, 300 a.C. , Napoli, Museo Nazionale, Collezione Borgia
- Specchi con Esseri femminili alati, probabilmente Lase da Eduard Gerhard, Etruskische Spiegel, Berlin, 1843
6. Coperchio di Sarcofago Etrusco con il Defunto disteso insieme alla Lasa Vanth – Chiusi Inizio IV sec. a.C.
Fonti Classiche:
- GROMATICI VETERES, IDEM VEGOIAE ARRUNTI VELTYMNO. Scias mare ex aethera remotum. Cum autem Iuppiter terram Aetruriae sibi uindicauit, constituit iussitque metiri campos signarique agros. Sciens hominum auaritiam vel terrenum cupidinem, terminis omnia scita esse uoluit. Quos quandoque quis ob auaritiam prope nouissimi octaui saeculi data sibi homines malo dolo uiolabunt contingentque atque mouebunt. Sed qui contigerit atque moueritque, possessionem promovendo suam, alterius minuendo, ob hoc scelus damnabitur a diis. Si serui faciant, dominio mutabantur in deterius. Sed si conscientia dominica fiet, caelerius domus extirpabitur, gensque eius omnis interiet. Motores autem pessimis morbis et uulneribus efficientur membrisque suis debilitabuntur. Tum etiam terra a tempestatibus uel turbinibus plerumque labe mouebitur. Fructus saepe ledentur decutienturque imbribus atque grandine, caniculis interient, robigine occidentur. Multae dissensiones in populo. Fieri haec scitote, cum talia scelera committuntur. Propterea neque fallax neque bilinguis sis. Disciplinam pone in corde tuo.