CASELLA NUMERO 39 di 63
del Gioco dell’Ouroboros, rivisitazione alchemica del Gioco dell’Oca e Viaggio Iniziatico in simboli. Se sei capitato qui per caso torna alla Pagina Indice per leggere l’introduzione e le regole.
Casella 39
Immagine: due Uccelli, uno bianco e uno nero, che bevono dalla Coppa della Concordia, mentre una Stella a 6 punte vi splende sopra.
Nome della Casella: «Sorgente»
Significato dell’Immagine e Nome della Casella: nella simbologia alchemica il tema degli Uccelli che bevono insieme da un vaso, mentre la Stella Maris sorge dalle Acque primordiali del Composto, simboleggia la Grande Opera. In ambito cristiano troviamo la stessa immagine per indicare la rigenerazione delle Anime dei fedeli nelle acque battesimali1, mentre nell’Orfismo vi è traccia di un concetto simile nel famoso Frammento della Laminetta d’oro da Petelia, [32a], nel quale si parla di una misteriosa Acqua di Vita:
Troverai a sinistra delle case di Ade una fonte, presso di essa piantato un bianco cipresso: a questa fonte [il Lete, l’Oblio] non ti accostare. Ne troverai un’altra, dal lago di Mnemosine [il Ricordo] fresca acqua sgorgante; d’innanzi vi sono Custodi. Dirai: “son figlia della Terra e di Urano splendente di astri, celeste è la mia stirpe, e questo sapete anche voi; brucio di sete e muoio; ma voi datemi subito la fresca acqua che sgorga dal lago di Mnemosine”. Quindi ti daranno da bere dalla fonte divina, e allora tu regnerai con tutti gli altri eroi2.
In questa Casella termina il Regressum in Uterum, il cammino a ritroso, il viaggio nel Passato. L‘Iniziato recuperati i “ricordi”, si libera dal nodo alla gola, smette di basarsi sulle opinioni altrui e inizia ad attingere la conoscenza che gli serve distillandola direttamente dalla sua sorgente interiore:
[13] Rispose Gesù: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; [14] ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. [15] “Signore, gli disse la Donna [la Samaritana], dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua3”.
Questo emblema, insieme alla Bussola della Casella 12, fa parte di un unico stemma Benedettino-Camaldolese4 che si trova nella Chiesa di Monte san Michele, in località di Lucolena5 (Greve in Chianti), a pochi Km da dove nacque il Neoplatonico Marsilio Ficino.
Elena Frasca Odorizzi (Arthea)
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NOTE
1La prima attestazione cristiana di due colombe che bevono da una coppa si trova nel Mausoleo di Galla Placidia.
2I Presocratici, testimonianze e frammenti,Tomo I, Farigliano, La Terza,1995, p. 21,
3Nuovo Testamento, Vangelo di Giovanni IV, La Samaritana. –
4Si tratta nello specifico dello stemma adottato dal Priore di Camaldoli. Furono i monasteri Benedettini, Cluniacensi e Cistercensi a dare vita a un’ampia e capillare diffusione dell’Alchimia in tutta Europa attraverso la traduzione dei testi arabi. Alcuni monaci Benedettini sono ancora oggi ricordati come famosi alchimisti: Basilio Valentino, che scrisse l’Azoth, e l’Abate Tritemio, Alchimista, cultore di tutte le scienze magiche e cabalistiche, maestro di Paracelso e Cornelio Agrippa.
5Dal geco Lykos, lupo, la cui radice è Leukos, bianco, splendente, che in latino da Lux, Luce.