Alambicco Vivente – Illustrazione Alchemica


Ideazione e Realizzazione Illustrazioni su commissione per privati e per editoria (Libri e Riviste, Copertine, CD musicali, Ex Libris, Giochi di Carta, Segnalibri, Paper Dolls, ecc). Per Info e Preventivi scrivete ad arthea@elenafrascaodorizzi.it


 

ILLUSTRAZIONE ALCHEMICA ALAMBICCO VIVENTE:

Quest’Opera si ricollega direttamente all’Opera «Anima Mundi». Ritroviamo qui gli stessi Alambicchi fornace di Anima Mundi, con dentro l’essenza volatile spirituale nella forma di una figura nuda e alata, e la materia primordiale, nell’istante in cui l’ovocito e lo spermatozoo si incontrano all’interno di una una figura cristallina romboidale, che rappresenta le 6 direzioni o movimenti fondamentali della creazione, come espresso nel Sefer Yetzirah (davanti, dietro, sinistra, desta, alto e basso). Il Pellicano è un tipo di vaso distillatorio con il becco, cioè un collettore di vetro stretto, che invece di convogliare in un altro vaso la sostanza volatile, la riversa dentro di sè. Il Pellicano, quindi, distilla se stesso in se stesso, riunendo la sostanza solida e quella gassosa in una sola materia, dalla quale entrambe sono derivate. Per poter meglio differenziare, perfezionare, purificare, mescolare, riunire e trasformare la Sostanza, si può ricorrere a due Pellicani intrecciati, abbarcciati cioè come due amanti in un amplesso, che grazie alla loro Natura Copulatoria, compiono il perfetto Solve et Coagula.  L’allegoria tra il Pellicano e il processo alchemico deriva dagli antichi Bestiari medievali nei quali questo uccello veniva descritto nell’atto di ferirsi il petto per rianimare i suoi piccoli, nutrendoli con il suo stesso sangue, cioè con la sua intima essenza. Le due Cocurbite somigliano nella loro forma a due semi, con le radici allacciate in basso da un nodo che rappresenta la perfetta Armonia Ierogamica. Questo, infatti, ricorda sia il simbolo dell’Infinito, che il Nodo d’Amore, usato per congiungere due corde dello stesso diametro senza stringerle eccessivamente, usurandole o indebolendole. La Ghianda e il Riccio di Castagna, che sormontano gli alambicchi, sono riferimenti sessuale alla natura Femminile e Maschile della Materia Prima, ma possono sono da collegarsi anche all’idea che tutto è Uno e Moltepelice. La Ghianda, infatti, è stata citata da MacGregor Mathers, per spiegare l’essenza dell’Albero della Vita: – […] nascosta in una ghianda c’è una quercia con le sue ghiande, e nascosta in ciascuna di queste c’è una quercia con le “sue” ghiande. Perciò ciascuna Sephiroth contiene la potenzialità di tutto quanto viene dopo di esso nella scala della manifestazione del flusso verso il basso. (Riportato da Dion Fortune, nel suo la Cabala Mistica). – Il Riccio si trova invece usato in una alchemica tarsia senese rinascimentale, per indicare le difficoltà che si incontrano nella ricerca della Pietra Filosofale, ma anche la sua Natura Una, Doppia e Trina, dato che in ogni riccio si possono trovare da una a tre castagne. Le due foglie, simili ad Ali, indicano la spiritualizzazione della materia e insieme al frutto, rimandano ancora una volta all’idea di Materia Una e Trina. Nelle decorazioni dei vasi, ci sono anche dei riferimenti al Cervo e all’Unicorno, che rappresentano rispettivamente: lo Zolfo e il Mercurio alchemici. All’Unione dell’Alto e del Basso, dello Spirito con la Materia, che sono in realtà una sola cosa, cioè una energia con diverso stato dinamico, partecipano necessariamente i benefici influssi delle forze cosmiche di cui sono parte, cioè i 4 venti che incarnano le 4 stagioni dell’Opera Alchemica e i 7 Dei Planetari, con Mercurio posto al centro e composto dall’insieme di tutti e 7 i simboli astrologici.


 

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