Il SISTRO di HATOR


CASELLA NUMERO 38 di 63
del Gioco dell’Ouroboros, rivisitazione alchemica del Gioco dell’Oca e Viaggio Iniziatico in simboli. Se sei capitato qui per caso torna alla Pagina Indice per leggere l’introduzione e le regole.

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Casella 38

Immagine: Sistro di Hator

Nome della Casella: Ritmo

Il Significato e il Nome dell’Immagine: nel Mitreo di Felicissimo troviamo il Sistro di Iside1 raffigurato accanto alla Folgore di Giove. Trattandosi dello strumento musicale di una Dea Lunare ho preferito spostarlo dopo la Quinta Porta, anche se la sua capacità di produrre variazioni energetiche sottili lo collega direttamente alle proprietà vibranti del Fulmine. Secondo Plutarco, il Ritmo del Sistro ha il potere di scuotere, smuovere e risvegliare ogni cosa, perché solo tenendo in movimento tutto ciò che esiste possiamo evitare che la Natura cessi di esistere2. La sua funzione, in questa Casella, è quella di spronare il Viaggiatore a non fermarsi (“Si Sedes non Is”) e a non cedere al sonno della ragione, scrollandosi di dosso ogni incertezza:

Il sistro (seistron) significa che gli esseri viventi devono essere scossi (seiesthai [dal greco scuotere] e non possono mai smettere di muoversi, e se si trovano a essere, vorrei dire, addormentati e intorpiditi bisogna svegliarli e incitarli. Dicono che Tifone venga stornato e allontanato dal rumore del sistro, e questo è un simbolo del fatto che quando la forza distruttiva grava sulla natura e la limita, allora il divenire interviene a liberarla e a risollevarla col suo movimento3.

Elena Frasca Odorizzi (Arthea)


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NOTE

1APULEIO, Le Metamorfosi, a cura di Lara Nicolini, Milano, BUR, 2006, pp.705-706,11, IV «Nella mano destra teneva un sistro di bronzo, la cui lamina sottile, piegata si se stessa a mò di cintura, era attraversata nel mezzo da alcune bacchettine che, agitate dalla triplice scossa del braccio, mandavano un suono argentino. Dalla mano sinistra pendeva un vaso d’oro a forma di navicella il cui manico, nel punto più alto, era sormontato da un aspide che rizzava in alto la testa, gonfiando enormemente il collo. Dei sandali intessuti di foglie di palma, simbolo della vittoria, coprivano i suoi piedi divini.»

2Questo concetto della Divinità che crea il Ritmo e modula la frequenza energetica per dare vita al Cosmo si ritrova, in forme diverse, in tutte le Culture soprattutto quella Indiana. Cfr. I Tamburi degli Sciamani, La Danza Cosmica di Shiva, il Tantra, cioè l’unione sessuale del Lingam e della Yoni come fonte di vibrazione creativa del Mondo, la Danza della Gru e il Labirinto di Cnosso, La Danza intorno all’Albero Cosmico (i Pali dell’Albero di Maggio a Beltane) la sillabazione mantrica indiana, la vocalizzazione gnostica, la Squadratura del Tempio, ecc. « La materia, la vita, il pensiero non sono che relazioni energetiche, ritmo, movimento e attrazione reciproca. Il principio che da origine ai mondi, alle varie forme dell’essere, può dunque essere concepito come un principio armonico e ritmico, simboleggiato dal ritmo dei tamburi, dai movimenti della danza. In quanto principio creatore, Shiva non profferisce il mondo, lo danza.» ALAIN DANIÉLOU, Shiva e Dioniso, Roma, Astrolabio. « Con la Danza e con l’intrecciarsi dei nastri, i danzatori partecipano attivamente alla ricreazione del cosmo, alla tessitura del mondo.» in ROGER COOK, L’albero della Vita, le radici del cosmo, Como, edizioni Red, 1987, p. 133.

3PLUTARCO, Iside e Osiride, op.cit. , pp. 125-126, cap.63