IANUA – LA PORTA DI GIANO


CASELLA NUMERO 60 di 63
del Gioco dell’Ouroboros, rivisitazione alchemica del Gioco dell’Oca e Viaggio Iniziatico in simboli. Se sei capitato qui per caso torna alla Pagina Indice per leggere l’introduzione e le regole.

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Casella 60

Immagine: busto androgino regale con i simboli della Spiga e della Palma.

Nome della Casella: «Ianua»

Abilità Speciale: a seconda del lancio è possibile procedere o retrocedere.

Il Significato dell’Immagine: la Regina bianca mercuriale e il Re rosso sulfureo sono finalmente uniti e coronati come un Giano bifronte:

Da due nature e da una sola essenza proviene Tutto. Questa è l’acqua d’argento, l’ermafrodito maschio e femmina1.

In questa posizione il nostro Rebis ha lo sguardo rivolto verso il Passato, dove tutto ha avuto inizio e verso il Futuro, laddove ogni viaggio finisce con una nuova partenza. Gli antichi ritenevano che il Presente trovandosi inespresso “nel mezzo”, fosse rappresentato da un terzo volto invisibile perché «la manifestazione temporale, non è altro che un istante inafferrabile2». Le insegne vittoriose che appaiono alle spalle del Figlio dei Filosofi sono la Palma del Sole Nascente e la Spiga di Demetra, allegorie della trasformazione dell’Iniziato da Seme potenziale a frutto carico di nuovi semi da condividere con la Comunità. La M di Mater, la Materia Spirituale, è dissimulata tra le pieghe della veste rossa a ricordarci le Origini della Pietra Filosofale dalle Uterine Acque Primordiali della nostra Anima. Questo emblema è una copia quasi identica del busto che sovrasta la chiave di volta di Porta Rivodutri. In quella posizione la Coppia Reale raccoglie le spinte e quindi le energie delle opposte Colonne3. Tutta la porta è rivestita di criptiche frasi e scene suggestive riguardanti le Fasi del Processo4. Molto probabilmente gli Ermetisti di Rivodutri si ispirarono all’Androgino di Platone e all’Ermafrodito di Ovidio, dato che già dal Rinascimento gli Alchimisti avevano iniziato a riutilizzare i Miti pagani come allegorie dell’Opus5. In questo Emblema vi è anche un richiamo ben preciso al dio Janus, che non deve apparire improprio, perché, secondo James Fraser questo Dio, prima di trasformarsi in una divinità doppia maschile, pare avesse una Compagna6. Nel suo libro, Il Ramo d’Oro (del 1890) scrisse che Giano faceva coppia con una divinità femminile complementare, chiamata Giana, ma a causa delle diverse pronunce locali, presso quei popoli dove la dentale D veniva mutata nella gutturale G, venivano chiamati Diano e Diana. Presso i Latini divennero Giove e Giunone, mentre gli Elleni li trasformarono in Zeus e Dione, che fu poi sostituita da Hera7.

Il Nome della Casella: sempre secondo il Fraser sembra sia stata la parola Ianua a derivare da Ianus e non viceversa, perché in tutte le lingue del ceppo indoeuropeo questo termine veniva usato per indicare la Porta degli edifici. Ianua è la Soglia Divina, l’Ingresso che si apre in due sensi. Nel calendario romano dava il nome a Januarius (il Portiere), il mese in cui « […] il sole ritorna dal Capricorno verso Oriente, volgendosi alle parti di Settentrione8 ». È infatti tra Dicembre e Gennaio che ancora oggi ci lasciamo alle spalle il Buio, rientrando nella metà luminosa dell’anno ed è sempre durante questa congiuntura che, secondo Porfirio, le Anime dei risvegliati possono uscire dal ciclo delle rinascite9 attraverso la Porta di Meridione. Poiché tutte le Porte Planetarie che abbiamo incontrato hanno il loro divino custode dotato di particolari chiavi di passo e siccome il mese di Gennaio è presieduto da Saturno che è il signore della Settima Sfera, questa Casella ci rivela che il Divino Portiere dell’Ottava Porta10, il Guardiano della Soglia che conduce l’Anima oltre lo Spazio e il Tempo in una dimensione speciale dell’Essere è Giano, cioè il nostro Rebis adulto.

Abilità speciali: la casa dei Portieri Reali ha un’entrata e un’uscita. Se si ottiene un lancio dispari si retrocede, viceversa se si ottiene un tiro pari si avanza.

Elena Frasca Odorizzi (Arthea)


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NOTE

1Zosimo, citato in PARTINI – LANZI, La Porta Ermetica di Rivodutri, op. cit. , p. 75.

2RENÉ GUÉNON, I Simboli della Scienza Sacra, Milano, Gli Adelphi, n° 46, 1990, p. 212

3Cfr. la lettera M , le Colonne, la forma delle gambe piegate durante il parto.

4Nel Rebis di Rivodutri non ci sono la spiga e la palma, ma la bacchetta con il tralcio di vite della Casella precedente.

5Per esempio, il giovane figlio di Ermes (il Mercurio dei Filosofi) e Afrodite, (la Venere degli Alchimisti) potrebbe rappresentare la materia prima che mentre fa il bagno in un lago, allusione alla distillazione, diventa l’oggetto del desiderio di una Ninfa, la materia volatile, che si tuffa in acqua e stringendolo a sé prega gli Dèi di non essere più divisa da lui. Mentre le due “sostanze” sono a bagnomaria la supplica viene accolta e i due vengono fusi per sempre (coagulazione) in un unico Essere dotato di entrambi i sessi, ottenendo così la fissazione del composto.

6Nel Museo Etrusco di Volterra mi è capitato di vedere un busto bifronte, con una donna e un uomo. Forse un reperto simile non era del tutto sconosciuto agli autori di Porta Rivodutri, che vissero in un’epoca nella quale si andava sviluppando l‘Antiquaria, madre della futura archeologia.

7Questa sovrapposizione è dimostrabile, secondo il Fraser, con lo studio dell’etimologia dei nomi, in relazione alle funzioni di tutte queste divinità. Per i nomi, per esempio, la radice indoeuropea *DI, che significa splendente, (da cui Deus, al plurale Di, Dii o Dei) si ritrova nelle corrispondenti divinità greche Zeus (declinato in greco in Diòs, Diì, Dià) e la sua antica consorte Dione. Rispetto alle funzioni, invece, Diana e Giunone, sono entrambe dee della fertilità, protettrici delle partorienti, mentre Giano, secondo Varrone era il dio del Cielo come Giove, ed era appellato anche Giano Giunonio, a indicare un vincolo matrimoniale con Giunone, ma anche Giove Diano, ecc. FRAZER, Il Ramo d’ Oro, Milano, Newton, 1999, p. 200.

8PORFIRIO, L’Antro delle Ninfe, op. cit. , p. 48, Capitolo XXIII.

9Ivi, Cap. XXII. « Di queste, il Cancro è quella per cui le anime discendono, ed il Capricorno quella per cui ascendono. Ma il Cancro è settentrionale e atto alla discesa, mentre il Capricorno è meridionale e atto all’ascesa ».

10Porfirio, nell’Antro delle Ninfe (capitolo XXIII) traduce Januarius con Portiere: «perciò chiamavano Janua la porta, dicendo anche Januarius, cioè portiere, il mese nel quale il sole ritorna dal Capricorno verso Oriente, volgendosi alle parti di Settentrione» . Guénon lo chiama Janitor, sempre da Janua. Janitor era, infatti, un attributo di Giano, che era definito Ianitor Caelestis Aulae , cioè Portiere della Reggia Celeste. Cfr. anche l’Illustrazione alchemica del Janitor Pansophus.