CASELLA NUMERO 23 di 63
del Gioco dell’Ouroboros, rivisitazione alchemica del Gioco dell’Oca e Viaggio Iniziatico in simboli. Se sei capitato qui per caso torna alla Pagina Indice per leggere l’introduzione e le regole.
Casella 23
Immagine: Rosa Rossa a 5 petali con 5 foglie verdi, sormontata dai Simboli astrologici di Ariete, Toro e Gemelli.
Nome della Casella: «12 + 7 + 4»
Simbolo Aggiuntivo: « Dat Rosa Mel Apibus »
Significato dell’Immagine: in questa immagine, la Pietra Filosofale è stata rappresentata come una Rosa circondata dalle benefiche influenze cosmiche, perché niente di buono può svilupparsi senza l’azione armoniosa delle forze universali. Si tratta di un chiaro riferimento al famoso emblema alchemico della Bussola dei Saggi, nel quale l’Ariete di Marte (il Re), il Toro1 di Venere (la Regina) e i Gemelli di Mercurio (l’essere doppio figlio della coppia regale), unitamente ai 2 Luminari, ai 5 Pianeti e ai 4 Elementi, sovrastano la Pietra Filosofale rivelandone l’occulta Natura e influenzandone lo sviluppo:
[…] Dunque si accontenterà di vedere in questa figura come in uno specchio, il riassunto di tutta la filosofia segreta […] Coloro che sono iniziati ai Misteri Filosofici comprenderanno subito e con facilità il senso occulto di questa figura, mentre coloro che non avranno codesti lumi dovranno qui considerare, in generale, una mutua corrispondenza tra il Cielo e la Terra […] 2.
Riguardo all’importanza del Segno primaverile del Toro che sovrasta la Pietra Filosofale, va detto che anche nell’Atalanta Fugiens del Maier «il filosofico infante» nasce da Tre Divinità che «unirono i loro semi in una pelle di bove3». Si tratta di una allegoria di “Agricoltura spirituale”, ma anche del riferimento a una antica pratica chimico metallurgica4.
Il Nome della Casella: addizionando i 12 Segni Zodiacali (le Case della Vita) ai 7 Pianeti (le Forze) e ai 4 Elementi5 (i Principi essenziali) otteniamo, per totale, il numero 23, cioè il Nome e il Numero di questa Casella.
Le strane storie che circolano intorno a questa “magica” cifra dipendono, probabilmente, dal fatto che essa esprime simbolicamente, non solo la pienezza del Cosmo Filosofico che abbiamo ereditato dalla Cultura Ellenistica, ma anche l’Opera stessa, la Quintessenza Alchemica. Il numero 23 è dato infatti dalle cifre 2 e 3, che per i Pitagorici rappresentavano i principi costitutivi dell’Unità primordiale e divina del nostro Mondo:
Il primo fra i numeri pari è il due, e il tre è il primo fra i dispari: dalla loro somma deriva il numero cinque, che partecipa di entrambi […]6.
Sommando il 2 e il 3 otteniamo una ierogamia aritmetica che si manifesta nel sacro numero 5, chiamato assenza di contesa in quanto espressione matematica della Dea Armonia7, frutto della conciliazione dei suoi opposti genitori, Venere e Marte:
I Pitagorici chiamavano il cinque anche assenza di contesa […], anche perché le due specie di numero assolutamente primarie e differenti […], cioè il pari e il dispari, sono come conciliate e legate insieme dal numero cinque, perché questo è composto dalla loro unione 8 ; […] Per i Pitagorici, il 5 era il numero nuziale, in quanto somma del primo numero pari o femminile e del primo numero dispari o maschile9.
Di 5 lati era composto anche il Pentalfa Pitagorico, sacra manifestazione geometrica della Divina Proporzione, riscontrabile ovunque in Natura e usata dagli Antichi nelle Arti visive nel tentativo di educare l’Umanità alla Bellezza dell’Armonia. Le proprietà del Pentalfa sono visibili già durante la sua esecuzione, perché per disegnarlo è necessario iscrivere un pentagono in un cerchio10. La figura che ne risulta è una Stella che ripete specularmente se stessa all’Infinito11, dimostrando che le Parti e il Tutto sono in continua relazione, come una sorta di Universo Intercomunicante e Multidimensionale12. Tutto ciò che può essere assimilato alla forma e al significato del Pentalfa diventa automaticamente una sua immagine riflessa, una espressione ridondante della perfetta integrazione delle Vie13 che portano dal Macrocosmo al Microcosmo, dall’Interiore all’Esteriore, dall’Alto al Basso e viceversa:
Gesù rispose loro: – Quando farete in modo che due siano uno, e farete sì che l’interno sia come l’esterno e l’esterno come l’interno, e l’alto come il basso, e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, […] allora entrerete – 14.
Simboli equivalenti al Pentalfa sono la mistica Rosa Hermetica a 5 petali, la Dea Venere, in virtù dell’orbita pentacolare15 del suo pianeta, la Pietra dei Filosofi, influenzata dalle 23 forze cosmiche, la Rosa Mistica nella quale vivono i Beati di Dante e l’immagine dell’Essere Umano disegnato a braccia e gambe aperte, all’interno di un Pentagono16.
Il Simbolo aggiuntivo: Dat Rosa Mel Apibus è una famosa frase che sovrasta la gigantesca Rosa del Summum Bonum17, libro scritto dall’Alchimista Rosacrociano Robert Fludd . Il Miele che la Rosa dà alle piccole Api è la Conoscenza contenuta nella sua essenza distillata con il polline di mille conoscenze diverse. La minacciosa ragnatela18 e le spine sul gambo a forma di Croce ci ricordano invece che il Processo Alchemico non è un’impresa priva di rischi e sacrifici, ma dopo che le Anime «nate dai Buoi19» avranno prodotto e assaggiato il Cibo che risveglierà la loro consapevolezza, potranno decidere se andare, restare o tornare attraverso la Porta di Meridione:
[…] le api nascono dai buoi. E nate da buoi (chiamavano) le anime giunte nella generazione, e ladro di buoi il dio che ode nel secreto il divenire. […] Né tuttavia dicevano indistintamente api tutte le anime che vanno verso la generazione, ma solo quelle che dovevano condurre una vita secondo giustizia e, compiute le opere grate agli dèi, nuovamente tornare. Perché questo vivente ama il ritorno, ed è giusto al massimo grado e sobrio: donde sobrie (si dicevano) anche quelle libagioni fatte col miele20.
Nel Buddismo il raggiungimento dello Stato di Consapevolezza è chiamato Bodhi ed è caratterizzato dalla profonda comprensione (o intuizione) della natura della realtà. Questa parola deriva dalla radice verbale budh, svegliarsi, accorgersi, sapere o capire e vuol dire «risveglio». Nel XIX secolo in Occidente si iniziò a tradurre impropriamente il termine Bodhi con illuminazione, soprattutto negli ambienti intellettuali legati alla Società Teosofica.
«Chi si sveglia» può diventare Buddha o Arhat. Gli Arhat in alcune scuole Buddiste sono dei veri e propri Buddha, detti śrāvakabuddha, che rinunciano a proseguire il loro viaggio verso il Nirvana, facendo voto di continuare a rinascere innumerevoli volte come bodhisattva, cioè finché ci saranno nel mondo esseri senzienti, non ancora risvegliati, da aiutare:
Il brāhmana Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall’aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese: – Sei per caso un dio?– No, brāhmana, non sono un dio. – Allora sei un angelo? – No davvero, brāhmana. – Allora sei uno spirito? – No, non sono uno spirito. – Allora sei un essere umano? – No, brahmana, io non sono un essere umano […] E allora, che cosa sei? […] Io sono sveglio. (Anguttara Nikāya – libro dei quattro – “Dona Sutta”)
Elena Frasca Odorizzi (Arthea)
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NOTE
1Nella Bussola dei Saggi la Pietra Filosofale viene posta sotto l’influsso del Segno Zodiacale Primaverile del Toro. La Bussola dei Saggi (Der Compass der Weisen , The Compass of Wise) pubblicata nel 1782 – 1799 in un libro di Adam Michael Birkholz è visibile in ALEXANDER ROOB, Il Museo Ermetico, Alchimia e Mistica, op. cit. , p. 185.
2LIMOJON DE SAINCT DISDIER, Il Trionfo Ermetico, Roma, Mediterranee, 1974, p. 26 – 28. 1a pubblicazione 1689.
3MICHAEL MAIER, Atalanta Fugiens con trascrizione in notazione moderna delle 50 fughe, Biblioteca Ermetica, Roma, Edizioni Mediterranee, 2002, pp. 260-261,«De Secretis Naturae, “Infans Philosophicus tres agnoscit patres, ut Orion. (Il filosofico Infante, come Orione, riconosce i tre padri)”.» ; « Narra la favola che Febo, Vulcano ed Ermete unirono i loro semi in una pelle di bove; Tre padri insieme ebbe il grande ORIONE, e altrettanti dicono n’abbia il Figlio della Saggezza: e infatti il SOLE è il primo, Vulcano il secondo e terzo l’uomo capace nell’arte.» Emblema e Epigramma XLIX. Nota: Orione come il Segno del Toro è rappresentato da 7 stelle, allegoria dei 2 luminari, più i 5 pianeti, ma anche delle Sette Fasi del Processo Alchemico.
4HELMUT GEBELEIN, (Iniziazione all’) Alchimia, Roma, Mediterranee, 2006, p. 44.
5Per gli Ebrei gli elementi sono 3: Acqua, Aria e Fuoco.
6PLUTARCO, Il tramonto degli oracoli, 35, 429b
7Cfr. ESIODO, Teogonia, introduzione di Graziano Arrighetti, Testo greco a fronte, Milano, Bur, 2000, p. 123, vv. 933-937.
8GIAMBLICO, Teologia aritmetica, 34
9GUENON, La grande triade, Milano, Adelphi, 1980, pag. 77
10Tutte le linee si intersecano e si scompongono «secondo il rapporto di 1,618, al quadrato e 1,618 al cubo, senza contare che il pentagono stellato con quello convesso […] ». Castel del Monte, a cura di Stefano Mola, Bari, Mario Adda Editore, 1992, pp. 71-72
11Cioè al suo interno si forma un altro pentagono regolare e poi un altro ancora, all’infinito.
12 Cfr. FRATER ACHAD, L’Anatomia del Corpo di Dio, Roma, Venezia edizioni, 2001.
13Nel rituale di passaggio da Apprendista a Compagno l’Operaio della Luce, ha «una Stella come Guida». L’iniziato deve compiere 5 viaggi, che corrispondono a 5 anni di studio, nei quali ripercorre simbolicamente le tappe di un ipotetico Libero Muratore Operativo che spostandosi di città in città, di officina in officina, riceveva i suoi strumenti di lavoro e imparava a usarli. Poiché il numero 5 è un « numero sferico» (in quanto quale che sia il numero di volte in cui moltiplichiamo il numero 5 con un altro numero, avremo come risultato un numero con cifra finale 5) allo stesso modo il Pentalfa, che è una figura di “proprozioni auree”, ha la capacità di moltiplicarsi all’infinito e rappresenta quindi « l’idea del ritorno al centro, che costituisce la ragione d’essere di ogni cammino iniziatico». Questo Centro da ritrovare non è un centro definitivo, un pensare di arrivare a qualcosa una volta per tutte, ma un continuo ritrovare l’equilibrio, il centrarsi interiormente in mezzo alle onde quotidiane o dopo ogni tempesta della vita. Il Viaggio del Compagno che segue la Stella è dunque un Cammino nelle Dimensioni dell’Essere. Vedi IRÈNE MAINGUY, Simbolica Massonica del Terzo Millennio, Roma, Mediterranee, 2009, pp. 280-292.
14I Vangeli gnostici, op. cit. , p. 9, Vangelo di Tomaso [22].
15Venere nella sua traiettoria traccia una stella a cinque punte tanto nelle sue apparizioni mattutine, che in quelle vespertine, il che matematicamente si esprime con 5 + 5 = 10 la Tetractis Pitagorica. « Diversamente dal sole e dalla Luna, il punto più luminoso nel cielo è Venere, la stella della sera e del mattino. È il nostro vicino più prossimo e ci sfiora ogni 584 giorni mentre passa tra noi e il Sole. Ogni volta che si verifica questo sfioramento (in inglese Kiss, bacio, N.d.T.) il Sole , Venere e la Terra si allineano due quinti di cerchio più in là attorno al cerchio zodiacale stellare – in modo da disegnare un pentacolo di congiunzioni. […] La natura quintupla della danza di Venere e della Terra si estende alle loro reciproche distanze maggiori e minori. In fondo alla pagina a fronte vediamo il perigeo e l’apogeo di Venere, definiti da due stelle a cinque punte.) » JOHN MARTINEAU, Armonie e Geometrie nel Sistema Solare, FC, Macro Edizioni, 2003, p. 30, Il Bacio di Venere.
16 «Tutta la misura del corpo può distendersi in cerchio e provenendo da questo, si riconosce che sempre vi tende. […] Se poi intorno allo stesso centro si traccia un cerchio che racchiuda esattamente il corpo, atteggiato in modo che le braccia distese ne tocchino con la punta delle dita la circonferenza e che i piedi, divaricati tanto quanto le mani lo sono dal sommo del capo, riposino sulla stessa circonferenza, l’intera circonferenza viene divisa in cinque parti eguali che formano un pentagono perfetto e le estremità dei talloni , in rapporto all’ombelico , tracciano un triangolo equilatero.» ENRICO CORNELIO AGRIPPA, La filosofia Occulta o La Magia, edizioni Mediterranee, Roma , 1991, Vol II, pp. 89 – 101, Della proporzione della misura e dell’armonia del corpo umano. Vedi anche gli studi sull’Ingresso di Castel del Monte e l’immagine molto suggestiva di un essere umano iscritto in un pentagono e sovrapposto alla porta del Castello di Federico II. Castel del Monte, a cura di Stefania Mola, Mario Adda Editore, Bari, Bari, 1991, pp. 63-72.
17In Alchimia e Mistica, op. cit., p. 690
18Cfr. l’immagine della Rosa con il gambo a forma di Croce piena di spine, (che ricorda la pungente corona del Cristo), con il Serpente Crocefisso, della settima figura del Libro di Abramo l’Ebreo di Nicholas Flamel.
19Sulla Bugonia, la nascita delle Api dalla pelle del Toro (di Venere), cfr. il Libro IV delle Georgiche di Virgilio.
20PORFIRIO, Antro delle Ninfe, op. cit. , Capitolo XVIII