La Fantasmagoria e le Lanterne della Paura
by Arthea (Elena Frasca Odorizzi)
Quale momento migliore se non Halloween per parlare delle Fantasmagorie?
La «Phantasmagoria» o Fantasmagoria era una forma di intrattenimento, simile ai nostri film horror, nata in Francia intorno al XVIII secolo, grazie allo sviluppo delle Lanterne Magiche, usate sia per scopi didattici che ludici.
Durante queste rappresentazioni venivano proiettate immagini di scheletri, demoni e fantasmi, rese ancora più spaventose dall’ausilio di luci, ombre, fumo, schermi semi-trasparenti, suoni e narrazioni fuori campo.
Le Fantasmagorie ebbero grande popolarità in Europa, soprattutto nei salotti vittoriani, ma l’aspetto sovrannaturale delle Lanterne Magiche fu notato fin dalla loro invenzione, a causa della misteriosa capacità di questi apparecchi di utilizzare la luce per creare immagini che ingannavano i sensi mostrando figure irreali e intangibili, ma comunque visibili.
Il primo riferimento a una sorta di lampada da proiezione si trova nel Bellicorum Instrumentum Liber, un manoscritto dello scienziato, medico e umanista Giovanni de Fontana (1395-1454) (accusato di stregoneria per molti suoi esperimenti) nel quale è riportata l’illustrazione di un uomo che regge una lanterna che proietta sul muro l’immagine del Diavolo. Sotto l’immagine troviamo scritto «apparizione notturna per terrorizzare gli spettatori».
Nel 1589 Giovanni Baptista della Porta (1535- 1615), filosofo, alchimista e commediografo, pubblicò Magiae Naturalis Libri Viginti in cui descrisse l’antica arte della scrittura su specchi di proiezione.
Si narra che in quello stesso periodo una Lanterna Magica fu utilizzata alla Corte di Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612) dal famoso rabbino Jehuda Löw (1520-1609). Il Rabbino, al quale la leggenda attribuisce la creazione del famoso Golem, proiettò davanti all’Imperatore e ai suoi convitati una processione di morti, che atterrì i presenti a tal punto che la paura si trasformò in panico e nella fuggi fuggi generale scoppiò un incendio che rese lo spettacolo ancora più terrificante.
Nel 1646 il gesuita, filosofo e alchimista Athanasius Kircher (1602-1689) pubblicò l’Ars Magna Lucis et Umbrae (1646), un testo nel quale migliorò il lavoro di Giovanni Baptista della Porta includendo delle modifiche per proiettare immagini con l’ausilio della luce del sole o di una candela, usando una lente convessa come obiettivo per mettere a fuoco.
Dal quel momento l’interesse per le Lanterne Magiche si sviluppò tra gli studiosi di tutta Europa.
Il primo a chiamarle con questo nome fu il matematico danese Thomas Rasmussen Walgensten (1629-1695) nel 1660 circa. Questi le perfezionò e viaggiò per l’Europa per venderle, facendo dimostrazioni pubbliche e private. Fu anche il primo a usarle in spettacoli di “evocazione di immagini che suscitavano paura” ribattezzandole lantern of fear, lanterne della paura. Phàntasma, dal greco φάντασμα, vuol dire in effetti “apparizione”, ma anche fantasma, nel senso di essere soprannaturale, da qui il nome di questo tipo di rappresentazioni a metà strada tra lo spettacolo teatrale e la seduta spiritica.
Dal 1700 in avanti pionieri della scienza, intrattenitori, ciarlatani, maghi e spiritisti iniziarono a usare la Lanterna della Paura per costruire spettacoli incentrati sull’evocazione dei “fantasmi”, traendone enormi profitti e popolarità. Tenendo il proiettore nascosto in una stanza attigua, separata da quella proiezione, era infatti possibile non solo ottenere un effetto molto più terrificante, ma anche riuscire a non rivelare la fonte delle spaventose immagini lasciando credere al pubblico di avere veramente occulti poteri paranormali.
Il primo a sviluppare l’aspetto soprannaturale della Lanterna Magica, apportandovi alcune modifiche, fu il tedesco illusionista, massone e occultista Johann Georg Schröpfer (1730-1774), pioniere delle sedute spiritiche e di intrattenimento.
Schröpfer mise in scena spettacoli scioccanti, facendo apparire immagini di fantasmi in ambienti bui e fumosi all’interno del suo negozio di caffè a Lipsia, ma anche in ambiente Massonico cercando di convincere le persone che poteva davvero parlare con i morti. Schröpfer era veramente convinto di avere poteri da occultista e di essere perseguitato dai demoni, quindi si sparò dopo aver promesso al suo pubblico che sarebbe riuscito a resuscitare se stesso. La tragicità ed eccentricità della sua vita ispirò il romanzo incompiuto Der Geisterseher (il Visionario) di Friedrich Schiller.
Nello stesso periodo un altro occultista e massone, il famoso e discusso Conte di Cagliostro (1743-1795) fece uso delle Lanterne Magiche per dare dimostrazione della sua capacità di “evocare gli spiriti” all’interno della Massoneria Egizia da lui stesso fondata.
Un artista tedesco di nome Paul Philidor (17??–1828) perfezionò le tecniche di Schröpfer e diffuse questo tipo di proiezioni a Berlino, a Vienna e soprattutto a Parigi dove la Fantasmagoria divenne molto popolare. Inizialmente chiamò i suoi spettacoli “Schröpferesque Geisterscheinings” (apparizioni di fantasmi in stile Schröpfer) facendo comparire fantasmi e diavoli che emergevano dalle tenebre, ma anche i crudeli e sanguinari protagonisti defunti della Rivoluzione Francese (Danton, Robespierre e Marat) che pochi anni prima aveva sconvolto la Francia. Gli spettacoli di Philidor ebbero talmente successo che per problemi di ordine pubblico dovettero essere sospesi. Il pubblico infatti credeva che potesse davvero evocare fantasmi e demoni e fu forse per far fronte a questa situazione che nel 1801 allestì una mostra permanente al Lyceum Theatre di Londra dove spiegava i meccanismi scientifici delle Lanterne Magiche, ma anche degli automi e di altri dispositivi meccanici.
Il più famoso esponente di questi terrificanti spettacoli fu Robertson, nome d’arte dell’eminente fisico belga e aeronauta Étienne-Gaspard Robert (1763–1837).
Robertson fu anche un mago da palcoscenico e un grande sviluppatore di fantasmagorie. Scoprì che usando più dispositivi si poteva passare velocemente da un’immagine a un’altra, creando un effetto “montaggio” molto più reale. Con la sovrapposizione di più vetri dipinti era infatti possibile rendere più realistiche le situazioni rappresentate e grazie a una lanterna a 3 obiettivi, che creavano una sequenza rapida di immagini, si poteva ottenere l’illusione del movimento. Dotò poi le Lanterne di un cavalletto con ruote in modo da poterle muovere avanti e indietro così da far sembrare fantasmi e demoni giganteschi oppure farli scomparire rimpiccolendoli progressivamente. La fama che raggiunsero le rappresentazioni di Robertson non era data solo dalla sua abilità tecnica ma dalla capacità di offrire agli spettatori un’esperienza “totale”.
Per rendere le sue performance il più realistiche possibile teneva gli spettacoli di “evocazione” in un decadente e sinistro Convento dei Cappuccini vicino a Place Vendôme a Parigi. Qui le ombre e i fantasmi venivano alla vita tra i resti mortali dei monaci che adornavano le mura della cappella. Per raggiungere il teatro all’interno del convento gli spettatori dovevano attraversare corridoi e stanze popolati da illusioni ottiche e accurate rappresentazioni sceniche e trompe-l’œil dipinti personalmente da Robertson che preparavano l’atmosfera. Una volta giunto a destinazione il pubblico aspettava nella penombra circondato dal suono di un temporale accompagnato da un fortissimo vento, con un sottofondo di musica inquietante la cui fonte non era individuabile. A quel punto Robertson entrava nel teatro e introduceva lo spettacolo con un lugubre monologo sulla morte e sull’aldilà. La stanza si riempiva di fumo e iniziavano le proiezioni con apparizioni di fantasmi, scheletri, diavoli, mostri. All’occorrenza utilizzava anche ventriloqui, specchi, schermi di proiezione fatti di garza rivesta di cera per dare un aspetto più trasparente alle immagini. Dichiarò di ritenersi soddisfatto solo quando vedeva i suoi spettatori tremare, coprirsi gli occhi o alzare le mani per lo spavento.
Complice il clima culturale del Romanticismo la formula degli spettacoli di Robertson ebbe grandissimo successo e si diffuse in Europa e in Nord America. Lo scrittore Charles Dickens lo definì «un uomo di spettacolo onorevole e ben educato», ma come nel caso di Paul Philidor le autorità giudicarono pericolose o potenzialmente sovversive le sue Fantasmagorie, poiché molti pensavano di aver assistito a vere apparizioni oppure erano convinti che Robertson potesse davvero riportare in vita Luigi XVI.
La Fantasmagoria sopravvisse fino almeno al 1869 quando Lewis Carroll le dedicò un omonimo poema illustrato. Forse ispirò la nascita di spettacoli teatrali specializzati in violente e macabre storie horror, come quelli rappresentati al Grand Guignol di Parigi (fondato nel 1897) che si avvalevano di strumenti meccanici, trucchi scenici e lanterne magiche per rendere le rappresentazioni più spaventose e terrificanti.
Di certo George Méliès (1861 – 1938), il pioniere del Cinema, utilizzò le immagini mostruose, i trucchi e le atmosfere della Fantasmagoria nei suoi primi cortometraggi di fine ‘800, inizio ‘900.
Oggi giorno la Fantasmagoria viene riproposta da alcune compagnie teatrali inglesi e americane soprattutto in occasione di Halloween. Se cercate on line forse troverete qualcosa anche in Italia.
by Arthea (Elena Frasca Odorizzi)
Fonti
http://salonedellutto.com/2014/10/31/fantasmagoria/
http://www.storiadellafotografia.it/2010/01/29/la-lanterna-magica/
http://www.magiclantern.org.uk/history/history03.php e seguenti
http://www.toytheatre.info/Magic/History.html
http://www.magiclantern.org.uk/history/history04.php
https://en.wikipedia.org/wiki/Magic_lantern
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